Cos'è un suiseki ?

La risposta a questa domanda relativamente semplice in realtà è piuttosto articolata e non può essere ridotta a mera definizione.

 

Se avete già sfogliato le pagine e le immagini di questo sito, avrete capito che si sta parlando di pietre, da non confondere con i minerali, e fino a qui non c’è nulla di difficile : le pietre ci circondano, sono il pavimento della nostra esistenza, a volte il nostro cielo, dalla grotta al grattacielo.

Le prime armi erano di pietra, con essa ci siamo scaldati, ne abbiamo fatto ornamento del nostro corpo, ma anche fonte di guarigione e simbolo del potere.

Questo l’aspetto più prosaico; da sempre però, la pietra attira lo sguardo e la mano di chi ci vede forme bizzarre ed inaspettate, disegni riconoscibili o i colori dell’arcobaleno. Ma per l'uomo occidentale, questo interesse è stato nulla più di un divertimento fugace, come quando si gioca a riconoscere la forma di una nuvola, subito dissolta dal vento.

In Oriente, invece, da sempre l'uomo guarda alla pietra in altro modo: i Cinesi prima ed i Giapponesi poi hanno fatto della pratica della valorizzazione della pietra una vera e propria arte, investendola di significati religiosi, filosofici e poetici, coerentemente con la rispettiva cultura e tradizione.

In Cina chiamate Gongshi, in Giappone Suiseki, le pietre sono selezionate in base a criteri ben precisi, in cui la forma, la superficie, la grana ed il colore ma anche qualità più intime ed evocative hanno grande importanza. Così, se in Cina è apprezzata una pietra chiara e anche di forma astratta, in Giappone si prediligono le pietre scure e con una forma che deve ricordare un paesaggio naturale.

Con  la crescente diffusione dell'arte del bonsai e la nascita di riviste specializzate, circa trent'anni fa si cominciò a conoscere anche in Occidente l'arte dell'apprezzamento delle pietre, facendo preciso riferimento alla tradizione giapponese .
Chi si è avvicinato a quest'arte, quindi, iniziando a cercare pietre e ad esporle, lo ha fatto attenendosi ai criteri definiti dalla concezione giapponese, ed utilizzando quindi il termine suiseki per definire quelle pietre che ne rispettano lo spirito. Si è tentato in verità di coniare un termine occidentale, come Viewing Stones, ma la parola giapponese suiseki è rimasta quella che è riconosciuta in tutto il mondo.
 
La cultura Zen ed in generale il particolare rapporto che i Giapponese hanno con la natura e che traspare in tutte le loro forme artistiche, dal  bonsai all'ikebana, dalla calligrafia alla cerimonia del tè, hanno determinato anche i principi del suiseki, stabilendo quelle che agli occhi occidentali  possono essere viste come rigide regole a cui attenersi.
 
Ma quali sono queste regole ? Posso adesso riproporre la domanda iniziale : che cos'è un suiseki ?
 
Brevemente allora, un suiseki è una pietra che, per poter essere definita tale in armonia con i principi della tradizione giapponese,  :
  • deve essere completamente naturale, plasmata solo dagli agenti atmosferici e mai modificata dall'uomo ;
  • deve in pochi tratti essenziali evocare un elemento presente nel mondo naturale  (montagne, cascate, laghi, isole, ma anche animali e figure antropomorfe) ;
  • tutte le sue caratteristiche fisiche (forma asimmetrica, colore, superficie, durezza) contribuiscono a definirne quelle spiritualisobrietà,  solidità, tranquillità, solitudine, profondo distacco. 

Quest'ultimo punto è forse quello di più difficile comprensione ed attuazione per noi occidentali : riusciamo ad apprezzare in una pietra le qualità estetiche, ad immaginare somiglianze ed analogie, a provare emozione e coinvolgimento, ma più difficilmente riusciamo a viverne gli aspetti filosofici.

   

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