Quali pietre ci attraggono?

di Daniela Schifano

Alcuni amici mi dicono che alcune pietre giapponesi proprio non le capiscono. Sono quelle in cui è veramente difficile trovare una somiglianza a qualcosa del mondo reale, neanche forzando la nostra fantasia. Oppure quelle dure, che sembrano respingerci, pur risonando di qualche flebile eco. Personalmente, da molto tempo sono attratta da pietre 'minimaliste', se pensate alla pietra frittella forse capite cosa intendo : pietre a cui rimane solo la massa ed il colore, una sostanza fisica a cui devo aggiungere tutto io, che non mi soverchiano con una presenza fisica fin troppo chiara, leggibile e scontata. Ma non ci sono solo queste : ci sono le pietre Furuya e Seigaku, così simili ai nostri palombini, c'è il sistema della classificazione, dove le forme ammesse sono definite e descritte. Tra queste sembra mancare la pietra 'astratta', ma in realtà ho recentemente scoperto che alcuni giapponesi definiscono pietre astratte o pietre 'mentali' quei suiseki che, buttati via tutti gli elementi topografici (cascate, valloni, picchi) diventano una rappresentazione del paesaggio ideale nel proprio sentire. "Ad esempio, se riesci a sentire il cuore di una rosa in una pietra rotonda la pietra sarà una pietra mentale."lcuni amici mi dicono che alcune pietre giapponesi proprio non le capiscono. Sono quelle in cui è veramente difficile trovare una somiglianza a qualcosa del mondo reale, neanche forzando la nostra fantasia. Oppure quelle dure, che sembrano respingerci, pur risonando di qualche flebile eco. Personalmente, da molto tempo sono attratta da pietre 'minimaliste', se pensate alla pietra frittella forse capite cosa intendo : pietre a cui rimane solo la massa ed il colore, una sostanza fisica a cui devo aggiungere tutto io, che non mi soverchiano con una presenza fisica fin troppo chiara, leggibile e scontata. Ma non ci sono solo queste : ci sono le pietre Furuya e Seigaku, così simili ai nostri palombini, c'è il sistema della classificazione, dove le forme ammesse sono definite e descritte. Tra queste sembra mancare la pietra 'astratta', ma in realtà ho recentemente scoperto che alcuni giapponesi definiscono pietre astratte o pietre 'mentali' quei suiseki che, buttati via tutti gli elementi topografici (cascate, valloni, picchi) diventano una rappresentazione del paesaggio ideale nel proprio sentire. "Ad esempio, se riesci a sentire il cuore di una rosa in una pietra rotonda la pietra sarà una pietra mentale."

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